Publicato il 09/03/2021 - Scritto da MeNea
Abbiamo sempre parlato di Modelle e di belle pose, ma non abbiamo mai parlato di chi sta dietro la macchina fotografica. La fotografia è un opera d'arte costruita da un duo. E se è vero che la modella è un artista, che disegna con il corpo dei bellissimi lineamenti , anche chi è dietro le quinte è un artista. Oggi intervisteremo un grande artista della fotografia, Rodolfo Pompucci che ha realizzato moltissimi scatti meravigliosi, un vero e proprio artista.
Buongiorno, siamo contenti che ha accettato di rispondere a questa intervista. Cominciamo con una domanda un po strana e generica. Cosa è per lei la fotografia?
Grazie a voi per avermi dato questa opportunità.
La fotografia, in generale per me, è uno strumento di curiosità, di fascinazione assoluta. Una magia che si rivela, da quando soprattutto ho iniziato a scattare in analogico e stampavo le mie immagini su carta fotografica nella cantina di casa.
Scattare è stato da sempre un modo di comunicare le mie emozioni, il mio modo di esternare ciò che provo, sia che si tratti di un paesaggio, sia che si tratti di un nudo di donna. La vibrazione che si crea quando scatto è indescrivibile, è un’estensione dell’animo che passa attraverso l’occhio.
È il mio intimo che narra.
Un po di storia, da quando ha iniziato a fotografare e perché? E da quando ha cominciato a ritenersi un fotografo?
Ho iniziato per gioco, con una macchina analogica di mio padre. Una Zeiss Ikon vecchissima, molto basica, ma aveva il necessario per intrigarmi già così giovane, perché avevo 14 anni.
Ero talmente affascinato che scattavo di tutto. Il perché credo che sia proprio il mio mondo introverso che ha incontrato una scatola magica. È iniziato come gioco, è diventata una passione sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, sempre a studiare per migliorare, per sfamare la mia innata curiosità. Ancora oggi, dopo così tanti anni, non so dire quando ho iniziato a sentirmi fotografo. Non lo so davvero, è una sorta di timore reverenziale che ho nei confronti dei miei miti.
Si dice che la fotografia è molto più complessa del cinema. Quello che una pellicola racconta e trasmette in una serie di fotogrammi anche di minuti ed ore un fotografo deve raccontarlo in un unico scatto. Come si racconta con la fotografia?
Sono due linguaggi legati e imprescindibili l’uno dall’altro.
Non c’è cinema senza fotografia. Non c’è fotografia senza cinema. Voglio dire che in un un’ unica immagine può rivelarsi un’ intera storia, come fosse un film.
Il cinema visto al grande schermo, al buio della sala, ci fa immergere e sognare nel racconto della sceneggiatura.
La fotografia in una sola immagine ha la stessa forza. Fa diventare movimento ciò che è fermo, attraverso la nostra immaginazione possiamo “vedere” oltre quell’istante. Raccontare con la fotografia è stato ed è tutt’ora il mio modo di far conoscere la mia espressione artistica, non la verità della rappresentazione, ma la verità della mia intimità.
Lei è famoso per le sue foto glamour, riescono a trasmettere molte emozioni. Quanto studio c'è dietro una posa?
Grazie per il famoso, il merito non è solo mio.
Il risultato di una buona fotografia, in questo caso il soggetto è una modella, è merito di un connubio, di una sintonia che si crea con il soggetto. Il merito è di entrambi.
L’unico studio che c’è dietro uno scatto è l’idea che ho in testa. Parto sempre da un’idea, una situazione di luce o di ombra. Tutto il resto è magia che si crea durante il set.
La bellissima Hedy Nerito fotografata da Rodolfo in uno scatto emozionante. Bellissimo il gioco di Luci ed ombre, le gambe statuarie vengono messe in risalto dalla posa che sembra una statua scolpita nella pietra. Lo spettatore viene catturato dalle gambe e le segue fino alle mani per poi arrivare al volto della modella. Il fattore emotivo non è da trascurare, la sensualità è l'emozione principale seguita dalla forza della fisicità. Un geniale gioco di vedo non vedo con calore della pelle che si mette in contrasto con la pietra fredda del muro. Niente e casuale. Rodolfo disegna con la Luce.
Una delle domande che viene spontanea è quella relativa al rapporto tra modella e fotografo. Immaginiamo che la sintonia dei due soggetti è vitale per la riuscita di un lavoro eccellente, ma quanto deve essere bravo il fotografo nel guidare e suggerire alla modella?
È veramente così. Come accennato prima il risultato si ottiene se c’è una sintonia, se si instaura una buona comunicazione con la modella. Soprattutto se si fa nudo fotografico. Non può essere diversamente, la modella deve potersi fidare del fotografo. E il fotografo deve trovare una chiave di lettura empatica con la modella, comunicare e trasmettere fiducia.
A volte non serve neanche guidare la modella; se c’è empatia e professionalità, il fotografo deve solamente studiare, seguire, cercare, catturare lo scatto migliore. Ovvio che il fotografo suggerisce pose o situazioni, ma lascio anche che sia la modella a offrirmi lo scatto.
Noi siamo un portale dedicato alle gambe delle donne, per noi le gambe sono come matite che scrivono e disegnano. Quanto nel suo lavoro sono importanti le gambe femminili?
Le gambe delle donne sono “portanti”. Che portano, che sostengono, che conducono.
Sono una parte fondamentale nel gioco della seduzione. Sedurre viene dal latino seducere, condurre a sé con il proprio fascino! Quell’ irresistibile fascino che hanno le gambe femminili nel mio lavoro di fotografo.
Hai mai progettato assieme ad una modella un book in cui il soggetto principale erano le gambe? Come avete impostato il tutto?
No, non mi è mai capitato di realizzare un book monotematico sulle gambe. Potrebbe essere il prossimo progetto!
Quali sono i lavori da cui ha tratto più soddisfazioni in assoluto?
Quelli ai quali credevo meno e che per qualche motivo non davo il giusto valore.
Le fotografie di nudo sono un territorio complesso e vago al contempo, uno dei generi più battuti nel mondo delle immagini fotografiche e nel quale è davvero sottile il confine tra erotismo e pornografia. Difficile catturare la semplice essenza dei corpi spogli senza trasformarla in carne gratuitamente sovraesposta. Quando fotografo il corpo nudo di una donna, cerco sempre la semplicità e l’armonia, tra erotismo e tensione di libertà espressiva.
Questa è la mia più grande soddisfazione.
Ora vogliamo chiederle se durante i book fotografici capitano degli aneddoti divertenti ed ironici, se si può raccontarcene qualcuno?
Non ricordo particolari eventi, non di grande rilievo da raccontarlo.
L'ultima non è una domanda, ma un piccolo consiglio da dare ai giovani e futuri fotografi ed anche alle giovani e future modelle.
Gli stessi che io mi sono sentito dare dai più grandi ed esperti di me; studiare, mai sentirsi arrivati, essere dotati di una piccola dose di umiltà, e conoscere i grandi miti. Questo vale per tutti.
E per concludere non ci resta che ammirare queste bellissime fotografie, dettagli degni di nota che Rodolfo ha creato. La fotografia è arte e linguaggio. Impariamo a leggere.
Vi invitiamo a seguire Roldolfo Pompucci
Sito Web:
www.rodolfopompucci.com
Instagram:
instagram.com/rodolfopompucci
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